Coprono le pareti dei fondali a caduta o anche le spinate sabbiose con i loro assurdi disegni e sfumature colorate. Nella terminologia anglosassone, usata un po’ ovunque da qualunque guida subacquea, vi sentirete dire che sono “plating coral” che semplifica la forma di queste famiglie di acropore. Plating significa placcatura, per capire una sovrapposizione, come avviene nei metalli.
Queste colonie di animali si sovrappongono ad uno strato esistente e iniziano la loro colonizzazione. Diventando in breve molto consistenti, robuste che possono assumere forme laminari, a foglia o arborescenti. Così diventano corallo lattuga, cavolo e altri nomi simili che ricordano spesso i vegetali più conosciuti.
Sono il ventre duro delle barriere coralline, quella parte più solida che resiste al massiccio andirivieni del moto marino, quella che offre abitabilità alla proliferazione della vita più minuta, quella parte di barriera che rende ricca ogni nostra immersione tropicale. Dove le barrire coralline vengono in qualche modo distrutte rimangono loro a difendere il territorio e a continuare la colonizzazione al fine di evitare che tutto diventi deserto. Forse un tempo non si guardavano neppure, oggi con una migliore conoscenza della biologia marina si apprezza molto di più il loro lavorio.
I coralli di questa specie si attaccano alle rocce sia con loro punto centrale sia su un lato.Vanno molto di corsa senza perdere troppo tempo e una volta che hanno aderito alla roccia iniziano ad espandersi per catturare quanta più luce solare possono.
Spesso sono come un piatto da portata, o frondosi e ondulati come i bordi di una foglia.
Queste specie di corallo si sono adattate a vivere più a fondo sui pendii della barriera corallina diffondendo i loro scheletri. Di conseguenza, possono catturare più luce, che alimenta le alghe fotosintetiche che vivono all’interno dei loro tessuti. L’esclusiva placcatura e la forma foliosa possono anche aiutare a intrappolare le particelle di cibo che passano nella corrente e sono i coralli duri più diffusi nell’Indo-Pacifico.
Le parti più sottili crescono rapidamente e, in condizioni ottimali, alcune specie come l’Echinopora possono crescere di alcuni centimetri al mese. Al contrario, specie come la Turbinaria potrebbero crescere solo di qualche centimetro all’anno a seconda della loro età.
I cinque generi comuni che si possono osservare sono la Montipora, la Acropora, l’Ecinopora, la Turbinaria, il Mycedium. Nomi latini di colonie che chissà quante volte sono scorse sotto di voi senza neppure uno sguardo. Eppure hanno un loro fascino e una parte importante della vita marina.
Montipora, maestro del travestimento, arriva praticamente in ogni forma di crescita immaginabile. La Montipora costituisce il grosso di tutti i coralli che costruiscono barriere coralline, specialmente quando si scende lungo la barriera. Ha piccoli coralliti che sono incastonati nella superficie del corallo, di solito tra le creste. Può essere di molti colori diversi ed è necessario guardare da vicino i polipi per individuare quelli con colori contrastanti dal tessuto di corallo. Può anche esibire una combinazione di forme di crescita; parte della colonia può essere incrostante e quindi trasformarsi in un piatto.
La Acropora è ramificata, alcune specie si stanno appiattendo. Hanno rami che si estendono lateralmente anziché dritti. A volte anche sono molto distanziati, quindi la colonia assomiglia a un reticolo. Altre sono completamente fusi insieme. Puoi dire che il corallo è un’Acropoli cercando la corallite assiale. Assieme Acropora e Montipora costituiscono un terzo di tutte le specie che formano una barriera corallina.
L’Echinopora forma sottili placche con vaste colonie che possono dominare i versanti della barriera. La parte superiore del piatto può formare corallini a forma di cupola che ne punteggiano la superficie. L’Echinopora ha distinti coralliti che possono essere allineati su linee ruvide o su un disegno casuale, ma ci saranno sempre intervalli tra ciascuno di essi. E’ una specie piuttosto fragile.
La Turbinaria è stato uno dei primi generi che i biologi hanno imparato a identificare. Si distingue con grandi polipi che si estendono durante il giorno. Questo corallo forma piatti spessi e robusti e una colonia matura è piuttosto robusta. Tuttavia, si dovrebbe sempre evitare di toccarli, poiché anche il più piccolo tocco rimuoverà il muco protettivo.
Il Mycedium è anche abbastanza facile da identificare, di un colore molto più brillante. Puoi riconoscere questo corallo dai corallini a forma di naso che puntano sempre verso l’esterno della colonia. Possono crescere come una singola piastra o grandi colonie che possono dominare i versanti della barriera corallina. Si possono trovare spesso Mycedium, Echinopora e Turbinaria crescere assieme.