È un intreccio di isole in cui è difficile raccapezzarsi. Necessaria una mappa dettagliata per capire dove siamo, dove stiamo andando. Non sono isole piccole, anzi, piuttosto estese, l’una stretta alle altre, separate da profondi passaggi marini dove galleggiano altre isolette, piccole, minute, spesso solo ciuffi di palme che spuntano dall’acqua.
Questa regione meridionale del grande arcipelago filippino si chiama Visayas. Comprende Negros, Cebu, Bohol, Leyte, le grandi; Sumilion, Apo, Cabilao, Pescador, alcune delle piccole, quelle che hanno ceduto il loro nome a luoghi sottomarini di incredibile fascino, territori subacquei copia conforme di queste terre fascinose che la modernità ha tentato di strappare alle antiche consuetudini riuscendovi solo in parte.
Una parte del loro fascino risiede ancora in questo, nelle terre vergini, nelle foreste tropicali, nel verde che raggiunge la riva del mare, nelle genti che navigano a bordo dei loro bangka motorizzati, nella diversità tra isola e isola. L’una è piatta, l’altra collinosa, quella di fronte alta con guglie puntute, un’altra è rocciosa, verde, scura, ricca di insenature popolate da villaggi.
Anche i visayans, gli abitanti, sono differenti dal resto della popolazione filippina. La leggenda afferma che questo popolo trasmigrò da terre che oggi sono inglobate nella Malesia e Indonesia e che incontrarono le prime forme di civilizzazione quando Ferdinando Magellano sbarcò il 16 marzo 1521 a Cebu e che fece di questo popolo indigeno parte della estesa colonia spagnola che ancora oggi porta il retaggio iberico nei nomi dei luoghi, in alcune tradizioni e nella cristianità, esempio unico nell’Asia.
Il fascino maggiore per i viaggiatori di mare risiede proprio lì, sotto la superficie di colore scuro che riflette la cupa brillante colorazione della vegetazione esterna e nasconde i fondali abitati da colonie di madrepore, coralli molli, ventagli di gorgonie rosse e blu. È un mare ingannevole quello racchiuso tra queste isole, spazio di acqua in cui la vita oltre a continuare il perenne ciclo si rigenera in nuove varietà e specie, spesso in fondali di poca profondità, dai colori tenui, addirittura poco appariscenti.
Anche se per poco questo mare va vissuto, scoperto, osservato navigandolo, fermandosi di tanto in tanto per scendere nei suoi fondali che nascondono sorprese.
Sumilon Island, il primo ancoraggio di questa 6 giorni (la rotta delle crociere potrebbe cambiare nel tempo), è l’occasione iniziale di conoscere i fondali del Bohol Sea per metà parco marino – uno dei primi stabiliti nelle Filippine. Ha drop-off nella parte della riserva e declivi rilassanti in quella orientale, con grandi aree sabbiose dove si può praticare l’apnea. In uno di questi punti, Sibulan House Reef, sono eccitanti le immersioni notturne per l’alto numero di animali marini che si possono osservare e la gran quantità di conchiglie che con il buio si muovono sul fondo. Le due estremità dell’isolotto sono note per l’alta frequenza con cui si incontrano serpenti di mare, tartarughe, squali, barracuda. Grandi gorgonie, spugne, coralli molli e molte specie di pesci da barriera sono osservabili a Calong I e III, due punti denominati in questo modo.
L’isolotto di Cabilao più a nord – seconda sosta – è ridossata nel versante occidentale di Bohol, poco distante dalla costa, nello Stretto di Cebu. L’immersione più celebre è lungo la parete verticale del versante settentrionale, 30 metri di caduta dove si radunano grandi branchi di pesce di passo. Spettacolare il tuffo a Lighthouse, con parete fino a 25 metri, quindi un balcone e parete che scende ancora in profondità. Di solito c’è sempre corrente: questo è un classico se si vuol vedere qualcosa di grosso e spettacolare sempre in base alle stagioni. Avvistamenti di squali martello e pinna bianca sono abbastanza comuni ma vi sono altre specie che si raggruppano in queste acque come i barracuda e i jackfish. Altri fondali lungo l’isola sono composti essenzialmente di vari tipi di madrepore che formano fondali variegati ricchi di pesce stanziale e animali di varia natura.
Una breve navigazione verso sud per la terza sosta: Balicasag Island, ritenuta possedere i migliori fondali dell’intera area. Nella parte settentrionale della piccola isola le immersioni sono prevalentemente in parete mentre a meridione i fondali sono più dolci e meno profondi. Fondali ricchi di madrepore, grotte e spaccature, il tutto abitato anche dai grandi pesci stanziali e da notevoli quantità di pesce che si aggrega in gruppi di notevoli dimensioni, come i barracuda o i jackfish. Assicurata la visibilità sempre eccellente e che supera abbondantemente ogni previsione.
Ci si sposta nuovamente verso nord ma di poco per raggiungere Panglao Island che fa parte di questo modesto gruppo di isole a sud di Bohol. La parte occidentale di quest’isolotto termina con una costa che cade a picco in mare e sprofonda nel blu, parete che corre fino a Pungtud Island. I fondali coralligenini non sono così esaltanti come i precedenti, ma la vita marina è una enorme profusione di colori e movimento. Carangidi e barracuda in branchi la fanno da padrone, ma non mancano razze e mante, piccoli squali di barriera, tartarughe e altro numeroso pesce tipicamente tropicale. Il luogo è noto anche per la qualità delle conchiglie che vi si trovano.
L’imbarcazione torna sui propri passi, supera Balicasag e dirige a Pamilican, a sud di Bohol. Il nome di quest’isola significa “asilo delle mante” perché qui probabilmente questi stupendi e innocui animali vengono a figliare e allevare i propri piccoli. I fondali sono misti, ci sono pianori sabbiosi, declivi e drop-off molto interessanti e naturalmente la solita quantità di pesce corallino che risiede da queste parti.
Per l’ultima tappa l’ancoraggio è previsto a Siquijor Island (potrebbe essere differente a seconda la crociera), la Isla del Fuego spagnola, ancora considerata isola mistica nella credenza filippina. Lungo i fondali vi sono numerosi punti di interesse subacqueo con aree sabbiose, reef madreporici, fondali a strapiombo che raggiungono anche notevoli profondità. Ad esempio a Paliton la profondità è di soli 6 metri, molto corallo e quindi una bella parete. Salagdoong è al contrario un declivio che raggiunge i meno 20. Ottimo corallo variegato, coralli molli, pesci stanziali, tartarughe, murene, crinoidi e ben altro. Questo per dire che a Siquijor si può trovare di tutto un po’ come se fosse un riassunto di questa affascinante crociera.