Una squadra di scienziati e ricercatori dell’Università della California e Florida ha individuato una specie di squalo che si ciba di molluschi, piccoli pesci e vegetali. Sono proprio questi ultimi che hanno sorpreso la scienza perché fino ad ora si pensava che questa specie fosse carnivora come tutte le altre simili. Analizzando il tipo di alimentazione sono giunti a comprendere come questa specie – Sphyrna turbo o squalo dal berretto– sia onnivora. Per avere la conferma hanno condotto un esperimento tracciando i vegetali con l’uso di un isotopo di carbonio per permettere di stabilire se cinque esemplari fossero stati in grado di scegliere consapevolmente le alghe per usufruire dei nutrienti. Da questo primo test è emerso che il 90% dell’alimentazione di questa specie è composta da alghe, mentre il 10% da altro, in prevalenza da calamari. Con ulteriori analisi hanno avuto la conferma che costoro assorbono le sostanze nutritive vegetali.
The Royal Society – Bioological Sciences
Seagrass digestion by a notorious ‘carnivore’
Samantha C. Leigh, Yannis P. Papastamatiou, Donovan P. German
Ciò che un animale consuma e ciò che un animale digerisce e assimila per le esigenze energetiche non sempre è sinonimo. Gli squali, uniformemente accettati come carnivori, hanno un fegato che si presume sia adatto per una dieta ricca di proteine. Tuttavia, lo squalo martello (Sphyrna tiburo), che è abbondante in habitat critici di alghe, è stato precedentemente dimostrato di consumare copiose quantità di alghe (fino al 62,1% della massa contenuta nell’intestino), sebbene non sia noto se possano digerire e assimilare le alghe nutrienti. Per determinare se i bonnetheads (sphyrna tiburo) digeriscono le sostanze nutritive di alghe marine, gli squali prigionieri sono stati nutriti con una dieta di alghe con etichetta 13C. Analisi di digeribilità, analisi degli enzimi digestivi e analisi degli isotopi stabili sono state utilizzate per determinare la capacità dello squalo bonnethead di digerire e assimilare il materiale delle alghe marine. L’analisi isotopica stabile specifica del composto ha mostrato che gli squali hanno assimilato il carbonio delle praterie marine (13.6 ± 6.77 ‰ δ13C significa ± s.d per tutti gli squali e tutti i tipi di amminoacidi analizzati) con una digeribilità del 50 ± 2% di sostanza organica. Inoltre, le attività enzimatiche di degradazione del componente cellulosico sono state rilevate nelle squadrature degli squali. Mostriamo che uno squalo costiero sta digerendo le alghe con un’efficienza almeno moderata, il che ha implicazioni ecologiche a causa del ruolo stabilizzante del trasporto onnivoro e dei nutrienti all’interno degli ecosistemi di fragile erba marina.